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Il sito è amatoriale, la foto è eloquente. Siamo nostalgici del calcio di una volta, un calcio che soprattutto a livello di club era profondamente diverso, con coppe e campionati equilibrati, con regole ponderate: i due stranieri, poi tre, poi quattro in rosa, senza doppi passaporti et cetera, erano campioni che facevano la differenza; conseguentemente anche le nazionali avevano un altro appeal e per giocare in nazionale si doveva essere veramente bravi viste le regole sopracitate le quali portavano la percentuale di giocatori nostrani nei massimi campionati (figuriamoci nelle serie minori) intorno all' 85% e questo valeva praticamente per tutto il mondo. Contava la capacità di selezionare i giovani, l'importanza dei vivai, la qualità dei movimenti calcistici nazionali. Tutto ciò era possibile grazie a delle regole sensate. In un ventennio l'Europa è stata capace di demolire la competizione o meglio restringerla a poche squadre al mondo, tutte europee e tutte dei soliti campionati. Sono sparite squadre mitiche come l'Ajax, la Steaua Bucarest, la Stella Rossa di Belgrado, capaci di dominare l'Europa e, nel caso degli Olandesi e dei Serbi, il mondo. L' altro continente calcisticamente più avanzato (ma povero di denari) é divenuto un serbatoio di campioni; il Sud America è ogni anno depredato dei suoi migliori talenti che partono alla volta dell'Europa (e ultimamente anche verso l'Asia e il Nord America) già giovani o giovanissimi.

Sono riemersi i club spagnoli dopo i gloriosi anni cinquanta e sessanta (dove per anni qualsiasi straniero, anche non avente avi nati nel paese, veniva dotato di cittadinanza in 3 anni, vedi l'ungherese Puskas o l' argentino Di Stefano che aveva origini italo-francesi). Gli iberici per un lungo periodo successivo riuscirono a vincere poco o nulla, basti pensare al Real Madrid che ha rivinto la coppa più importante nel 1998 (con 8 stranieri in campo) dopo 32 anni e, con le regole continuamente modificate ad hoc, ha vinto 7 Champions League in 20 anni; si pensi al Barcellona che ha iniziato un ciclo straordinario negli anni duemila vincendone poi 4. Qualcuno aveva proposto alla FIFA il 6+5, (5 stranieri in rosa) prevedendo la "catastrofe" a cui si sarebbe andati incontro, ma la proposta è stata bocciata. Tutt' ora le squadre spagnole (ma non solo) godono di una tassazione diversa dai club italiani e non.

Troppo comodo e facile vincere grazie al totale stravolgimento di antiche regole che premiavano i più capaci. Oggi questa cosa conta molto poco causa regole meno sportive e più mercanteggianti.

Si dia uno sguardo agli albi d’oro e si raffrontino i tempi e gli anni per farsi un’idea di quanto la mercatura sia la forza primaria che restringe la detta Champions League, alle solite squadre vincenti a turno; esaltarle come oggi si fa ci pare troppo esagerato ma proprio ciò accade quando poco si conosce la storia, cioè il quando, il come e il perché degli eventi reali. Il Sud America è ogni anno depredato dei migliori talenti che partono alla volta dell’Europa, dove mercanteggia senza limiti la forza bancaria in combutta con la potenza del mondo arabo; di qui comprendiamo anche la fine della Coppa intercontinentale, divenuta Mondiale per club, e quindi la ineluttabile decadenza. Mai più vedremo quelle partite leggendarie fra il migliore club sudamericano e il miglior club europeo quando ora l’uno ora l’altro prevaleva, mentre oggi la vittoria appare scontata ad appannaggio di poche squadre europee che, a turno e per ovvie ragioni mercantili, facilmente si aggiudicano a vicenda la detta “Champions League” (un trofeo tutto “altro” rispetto alla vera Coppa dei Campioni o alle prime Champions League stesse) e nella degenerazione medesima va ricondotta pure la misera fine della prestigiosa quanto bella Coppa delle Coppe laddove la Coppa Uefa, egualmente prestigiosa e difficile, viene ridotta a torneo minore di nome “Europa League” depauperante perciò la Supercoppa europea (ancora tale di nome, ma non di fatto).

In questo sito vi raccontiamo aneddoti del calcio di una volta ed episodi (anche controversi) che hanno segnato la storia del calcio, alcuni sono tristi ma meritano di essere conosciuti, per non dimenticare. Buona lettura.

La Redazione
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